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Description: The Invention of the Italian Renaissance Printmaker
I Description of the bookprinter’s confraternity by Camillo Fanucci, in Trattato di tutte l’opere pie dell’Alma citta di Roma, Rome, 1601...
PublisherYale University Press
https://doi.org/10.37862/aaeportal.00148.012
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Appendix C
I Description of the bookprinter’s confraternity by Camillo Fanucci, in Trattato di tutte l’opere pie dell’Alma citta di Roma, Rome, 1601.
Della confraternità di S. Tomaso d’Aquino de Librari, & Stampatori
Altre volte, dell’anno 1566. Pontificato di Pio V li stampatori, over Impressori de libri, instituitono (fra loro chiesa di S. Agostino) una confraternità con il titolo della Concettione della Madonna, & de ss. Quattro Dottori della Santa Chiesa; ed in essa Chiesa fecero accomodare, & ornare una bella Cappella: sotto la medesima invocatione, & certo tempo mantennero essa confraternità, facendo opere di carita. Ma doppo certo tempo non so per qual causa si rafreddorno di maniera, che non era memoria de essa Confraternita. Et per questo il R. P. Fra Gio. Maria Guangelli da Brisighella, Maestro del Sacro Palazzo Apostolico, vedendo che quasi tutte l’arti hanno la lor confraternità, eccetto che i Librarii, & essi Stampatori, & parendogli in ciò gran mancamento (come piamente si deve credere) dallo Spirito Santo, fece fare una congregatione delli medesimi innanzi a se, nella quale esposto con parole, & ragioni efficaci, l’animo, e concetto suo: persuase detti Librari, e Stampatori a voler ereggere fra loro una confraternità, e mostrare che in essi non era manco devotione, & carita che nell’altri buon christiani: di maniera che innanzi che finisse detta congregatione, fu deputato un numero di loro con autorittà di creare detta confraternita, quali Deputati in un altra congregatione fatta il dì della festa de ss. Pietro, e Pauolo Apostoli dell anno del Giubileo 1600 la instituirono con l’invocatione si S. Tomaso d’Aquino, & in essa Congregatione per il reggimento della medesima confraternità furno deputati offitiali necessarij, & accioche essa confraternità fusse più stabile, & havesse loco da poter esercitar l’opere della carità; ottennero la chiesa di S. Barbara nel Rione di Regola, nella quale tengano un continuo cappellano con paramenti, & ornamenti convenienti quale vi celebra le s. Messa, & essa confraternità oltre a altre feste solenniza quelle di S. Barbara verg. et mart. e di S. Tomasso d’Aquino con bell’apparato, vesperi, e messe cantate con musica, & altre solennità, fa visitare i suoi fratelli infermi, soccorrendo i bisognoso. Accompagna i morti alla sepoltura, & per l’anime loro fa celebrar messe, & anniversarij. Non usa ancora sacchi, & per esser tanto nuova non ha havuto tempo, d’introdurre altre opere pie: ma per la caldezza, & devotione che mostrano si deve sperare, che anderano ogni giorno di bene in meglio.
II Response to a Visit by a Theologian to the Chapel of the Congregazione dei Virtuosi al Pantheon from the late Seventeenth-century Records of the Confraternity. Biblioteca Apostolica Vaticana, Pantheon II, tomo 6, fas. 4, fols. 32r.–34r.
A [fol. 32r.] Riflessione sopra una intitolatione à piede dell’altare di San Giuseppe nella Chiesa della Rotonda.
La visita delle chiese di Roma e de gli altari di esse, essendo gia fatta in piu luoghi, secondo la san: mente di suo Sig. Innocento PP xij spiegata nel suo breve aplico delli xj gennaro 1693, non solamente il capitolo dell’insigne coleggiata della Rotonda, ma anche la confraternità che vi sono eretta in alcuni altari, devono prepararvisi, colla speranza che l’attentione di ciascuno per il culto di Dio e suoi santi ben regolata sarà approvata.
Il più frequentato di tutti l’altari è quello del glorioso Patriarcha san Giuseppe, per il tesoro delle presioze indulgenze di Terra Santa, et à questa frequenza corrisponde l’ornamento. Ma per conservarne la stima e la riputa ove della confraternità di detto santo pare che per evitar qualche scandolo bisogna riformare le parole: “Virtute praeditorum societas” come equivoche, quali in lingua latina posso esser criticate benche volgarmente si chiama la Compagnia de Virtuosi, che potrebbe spiegarsi in latino “politioribus artibus praestantes” e ben vero che la virtù e l’arte paiono sinonima e sorelle, tanto più che la parola greca “areti” per significare virtù, l’avicina per contractionem di Arti: Buttavia il titolo di virtù osij in Latino, osij in volgare, per denomina ove di una confraternità, scolpito in chiesa puo l’esser Motteggiato, questa intitolatione non essendo gia epitafio di difonti, quali soli si ponno lodare con verita, non li vivi lodarsi da se stessi.
Ma sij lecito di dire ingennuamente che non si sa capire, come l’antico titolo che ha piacciuto à opij fondatori “Sancti Josephi Societas” scolpito nel pavimento in una lapide tonda di granito, che tura il buco della sepoltura, ad cornu evangelij della capella si vogli riformar da successori col metter avanti il primo scalino dell’altare il sudetto titolo “Virtute praeditorum societas” percio si copongono l’infrascritti motivi per la convenienza di rimediarci, per non dar à dubbitare, in legger die intitolationi diverse, quasi contigue, che sijno due compagnie, ma principalmente per le motivi seguente.
Primo: vi è pericolo che si dij ordine di scancellare ò radere quel titolo come troppo enfatico o fastoso, e senza cercare esempi fuor della chiesa, basta vedere li epitafio di un prelato, contiguo all salita della sacristia, a cui si e dato un sfreggio vergognoso, mà sarebbe molto peggio, se (il che sodio non voglia) per questa indecenza, se ne sospendesse uso dell’Indulgenze, o anche di dir messsa nel suo altare.
Secondo: Non si puo raccogliere dalle bolle di domini Pontefici Paolo iii Gregorio xiij e di Alessandro 8 & al, intitola ove essendosi contentali con il pio fondatore Desiderio de [fol. 32v.] Adiutorio canonico di detta chiesa, l’ingeniosi artefici, nominati nella bolla di Paolo iii, di procurase di erigere con queste precise parole “confraternitatem operariorum insignium architecturae, Picturae, Sculpturae, Metallariae, Lignarie fusoriae et diversarum aliarum artium, quorum opera in suis servituris[?] et edificijs reparandis ecclesia juvaretur” & Il che fu uno de Motivi di diverse gratie, che la convenienza richiede si mantenghino, da che si arguisce, che il titolo de Virtuosi non è fondato, in diploma Pontificio, ma nella compiacenza o cortesia.
Certo che Roma sostiene con raggione et evidenza (anche nel Pantheon) l’antico possesso di capo del mondo, mà non meno nell’esser seminario di belli ingegni, de quali molti spiccano nella compagnia di San Giuseppe non solo l’arti piu nobile e liberali, ma anche per le virtù christiane de quali tutto Iddio e l’autore. Perciò San Paolo nell’epistola à Galati dice “qui tribuit vobis spiritum operatur virtutes in vobis,” e nel capo. 6 N. B. si dichiara “si quis existimat se aliquid, cum nihil sit ipse se seduit” anzi nelli epistola à Romani il suo zelo calca molto più cap. i. n. 22. Perciò detta compagnia non si attribuisce la gloria delle sue virtù, ma la da tutta da Dio, ne fa capitale d’un titolo, dove la devotione non consiste, ma nel puro amor di Dio, e carità verso il prossimo, nel dotar zitelle, far limosine, et altre opere pie, come rammenta la bolla di Gregorio xiij del 1582 nel confermare l’erettione di detta compagnia.
Fra tanto si professa che questo avviso si da confraternita benevolenza, essendo certo che se bene l’usanza hà introdotto il titolo volgare di Virtuosi per significare eccellenti nell’arti, egli in nissun idioma conviene in loco sacra à confratelli, che si devono piu presto chiama penitenti che virtuosi.
Ma dovendosi mostrar gratitudine della beneficenza a che continua del Sig. Modesto Scaramello, non bisogna haver scrupulo di scolpire nel pavimento come nella lapide vicino il vero titolo Sancti Josephi Societas.
B [fol. 33r.] La felice prossimita dell’anno santo suggerisce la fiducia di fare terza ammonizione con fraterna benevolenza a miei Signori della Compagnia di San Giuseppe di Terra Santa nell’insigne Collegiata della Rotunda, nel di cui altare al Sancto sanctorum di Gierusalemme, e racchiuso il tesoro celeste dell’Indulgenza di Terra Santa.
Essendosi aggiunto ornamento a detto altare dalla pietà del qm. Sigre. Modesto Scaramello qualle si scorge ogni mese hereditaria à suoi verso la chiesa, li dovere ne hà voluto ricordo per gratitudine le parole “Modesto Scaramello ex additis sacello ornamentis” vanno bene “Virtute praeditorum societas” doverebbero esser mutate queste due parole in senso non esposto a sinistra interpretazione; e come l’inscrizione sta dirimpetto alla sagra imagine, pare che bastarebbe dire “Huius Scti Societa” o come si legga a duoi lati dell’altare, nelle lapidi sepulcrali poco discoste “Societas Scti Josephi Terra Sanctae.”
Imperoche l’intitolazione latina “Virtute praeditorum Societas” non quadra bene all’espressione “de virtuosi” quale se si puo tolerare in volgare per sinonima d’eccellenti nell’arti, fà senso doppio; a Cattolici parera titolo pomposo, et occasione di burla ad heretici, che la curiosità spinge à vedere il Pantheon.
Il Teologo consultato dall compagnia de fratelli doppo haver motteggiato la prudenza del primo avviso (il ch’egli di perdona, per non esser meglio informato) ha spiegato bene il significato di virtù, non esser ivi per qualità interna, ne per virtù xpiana, ò morale, ne per ornato d’animo, confessando però che li Padri adoprono “virtute praeditus” per significare santità, e vedendo che questo titolo latino non può sfuggire censura, vuole che per intelligenza del volgo si dica “societas quam virtuosorum appellamus” ma non vi e bisogno di nuncupatione, dove il proprio nome vicino “Societas Scti Josephi” approvato con autorità apostolica nella bolla d’erezione.
Se detto teologo havesse visto le bolle di Paolo iii, Gregorio xiii et Alessandro viii fel. mem. egli si sarebbe accorto del titolo, che so contento nell’anno 1556. Desiderio de Aiutorio canonico della Rotunda e pio fondatore di detta compagnia “Il motivo della Bolla [fol. 33v.] fù di eriggere” Confraternitatum operariorum insignium Architecturae, Picturae, Sculpturae metallariae, Lignariae, fusoriae, et diversarum aliarum artium, quorum opera in suis structurij et aedificis reparandis Ecclesia iuvaretur. Cosi il titolo di operarij insigni è dato dal Sommo Pontefice, ma quello de virtuosi la compagnia non se lo può appropriare come pieno d’invidiam ma di solamente “Societas Scti Josephi” come tante Compagnie d’altri Santi in Roma, ne pigliano la loro denominazione.
Il libretto delle meditazioni di San Giuseppe stampato nell’anno 1694 e dedicato all’Emminentissimo signore Cardinale Ottobono non si da altro titolo che di Protettore della Venerabile Compagnia di San Giuseppe di Terra Santa (qual protezione comincio nell’anno 1692) ne Mons. Vice gerente [sic] nel il Rev.mo Pie Maestro del sagro Palazzo apostolico permisero altro titolo che di In’bile, ne meno. L’havrebbe permesso l’Em.o Sig. Card. Vicario.
Si possono mostrare stampati più Bollettini almeno dal 1692 che non hanno questo titolo di virtuosi ma si contentono dire, come segue “Domenica 12 del corrente si farà La Congregatione nel nostro solito oratorio alla Rotunda per sodisfare l’obligo della divozione dovuta al nostro santo patriarca Giuseppe” a per negozij della nostra compagnia di grazia non manchi “Regente, et Aggiunti” cosi si termina detta intimazione ma non si può stimare preso per divozione questo titolo di virtuosi.
L’inscrizione “Virtute praeditorium societas” corre il risico dell’Epitafio d’un Prelato vicino alla salita della sagristia della Rotonda, che in parte fù raschiato d’ordine Pontifico, perche poteva gabbare la posterità, e la Compagnia non si deve esporre a questo sfreggio non dovendosi ne meno gareggiare di titoli speciosi con i santi per l’avviso che dà S. Paolo epist. ad Roman cap. pmo. n.22.
Fra tanto si protesta che questo ammesso non so può dire sofistico, ne censura, l’intenzione sola essendo che il titolo de virtuosi non conviene in Chiesa spiegato in latino “Virtute praeditorum” benche possa tolerarsi in volgare altrove; perche la virtù el’arte paiono quasi sorelle, mentre per significare virtù la parola greca dice “Description: c0192-01” cioè “Areti” che per contractionem si puo dire Arti; l’inscrizione in Chiesa “Virtute praeditorum” non è epitafo per lodar morti, ma per significar vivi, quali non si ponno lodare da so stessi, di modo che uno cedendo “virtute praeditorum societas” disse scherzando, se questa compagnia e santa, bisogna canonizarla.
Nel codice dell’Imperatore Giustinano lib. x tit 64, si riferisce dell’Imperatore Costantino la legge “Artifices” dove se ne fà una lunga enumerazione, e de loro [fol. 34r.] privileggi; La compagnia di San Giuseppe accetta quelli che eccellono nell’arti secondo la Bolla di Paolo iii, le arti liberali sono contenuto in questo verso:
Lingua, Tropus, Ratio, Numerus, Tonus, Angelus, Astra, cioè Grammatica, Retorica, Logica, Aritmetica, Musica, Geometria, et astronomica, sotto la Geometria s’annoverano l’Architectura, Pittura e Scultura, e fra l’arti Mechaniche mentionate in detta Bolla e nel codice vi sono le sue regole Arithmetiche e vene sono alcuni artefici eccellenti.
Si supplica fra tanto detta compagnia di far pronta considerazione all’esposto per la vicinanza dell’anno santo, e di ordinare da se ciò che conviene, e non aspettarne precetto de superiori con poca sodisfazione, e banche sijno già trascorsi alcuni anni di questo titolo; li abusi non si prescrivono. Non enim firmatur tractu temporij quod ab initio non subjissit. Reg. 18 Juris in 6 anzi quae de facto sunt de facto revocantur, come succede al titolo del codice “de edicto Divi Hadriani tollendo” perche era ingiusto, cosi il titolo “de Virtuosi” come immodesto in faccia del santo non può sussistere, ma deve concordare col titolo vicino “Societas Sancti Josephi de Terra Sancta.”
Che il. qm. Signor Canonico Desiderio de Adiutorio essendo famigliare di Paolo Terzo fu Promotore dell’Indulgenza di Terra Santa non si può dubbitare dell’affetto d’un altro Canonico affettose del quale non per vanità, ma per sola verità si puo dire
Qui finis illas Bullis firmavit, er auxit,
Virtutem non in titulis sed in actibus optans
Intactum Sponsi Mariae progessit honorem.